Spotify: rivoluzione, consapevolezza e auspici musicali

Uno dei servizi online di intrattenimento musicale più comodi e celebri di questa epoca è senza dubbio Spotify.

Il servizio che permette di ascoltare musica in streaming è utilizzabile gratuitamente con qualche interruzione pubblicitaria, ma con un abbonamento mensile dal costo accessibile si può avere a disposizione una libreria musicale enorme on demand, consultabile sia da pc che da smartphone e tablet. Si parla di 9,99€ al mese per un singolo account e di 14,99€ al mese per abbonare tutta la famiglia, fino a 6 account (in questo periodo è attiva un’offerta a 0,99€ al mese per 3 mesi!).

Il catalogo spazia da Mozart ai MaDeDoPo, da David Bowie a Birthh, comprende quindi sia grandi artisti che piccoli gioielli prodotti da etichette indipendenti. Persino i Radiohead, dopo un boicottaggio durato 3 anni, hanno ceduto all’innovazione che ha segnato una rivoluzione per il settore discografico.

Spotify non è l’unica piattaforma che offre l’ascolto di musica in streaming, ma dopo aver provato Deezer e Musica ho confermato la mia preferenza per il servizio nato in Svezia nel 2008. Trovo che sia più intuitivo e facile da utilizzare.

L’unica sfida che resta all’utente è quella di riuscire a scegliere cosa ascoltare.

La rivoluzione del mercato discografico

apple-1853337_640Questi tipi di abbonamento spalancano le porte d’accesso all’intera discografia mondiale e hanno innegabilmente accelerato il calo di vendite dei dischi. Il piacere di sfogliare un booklet e possedere un supporto fisico resta una prerogativa per pochi, soprattutto quando la tecnologia che avanza fa sì che esistano computer portatili che non hanno neppure più l’ingresso per i cd (ogni riferimento al computer della sottoscritta, anche se ha già due anni di vita, è puramente casuale).

Di questo passo, il risparmio per l’ascoltatore non è solo economico, ma anche “fisico”… banalmente avrò sempre meno “oggetti” in casa da spolverare e mettere in ordine, una qualità preziosa per i maniaci dell’ordine e del minimalismo. Il futuro ipotizzato da qualche film di fantascienza fatto di stanze semi-vuote e visori che permettono di governare tutto con il movimento delle mani è sempre più vicino. Scary, I know.

Come guadagnano gli artisti? Al momento il compenso per lo streaming di una canzone da parte di un utente non è certo elevato, e il fatto desta non poche polemiche. Il guadagno si aggira intorno a 0,6 centesimi di euro per ogni riproduzione effettuata da un utente abbonato, mentre per l’ascolto free è di 0,1 centesimi di euro. Ecco perché consiglio a tutti di acquistare un abbonamento. Certo, per togliere la pubblicità, ma anche per permettere all’artista che sto ascoltando di ricevere un beneficio maggiore. Gli artisti trarranno sicuramente più vantaggio da un ascolto di questo tipo, piuttosto che vedere scaricate illegamente le loro opere, mentre l’Unione Europea annuncia una svolta nel 2017 per garantire loro maggiori diritti.

Consapevolezza prima di tutto

Questa è una rivoluzione, però, che non riguarda solo il mercato discografico. C’è un aspetto di cui spesso ci dimentichiamo quando utilizziamo questi servizi online. Tutte le azioni compiute con un account vengono registrate. Mentre su Facebook posso omettere informazioni o evitare di scrivere qualcosa, su Instagram posso decidere uno stile della mia gallery e mostrare solo quel tipo di immagini, per utilizzare Spotify devo compiere obbligatoriamente delle azioni che raccontano molto sul mio modo di essere e di sentire, la musica che ascolto è spesso un indicatore di sentimenti ed emozioni che provo. L’azienda mette a disposizione le sue librerie musicali e in cambio conosce gusti, preferenze ed emozioni di tutti i suoi fruitori. Ogni anno l’azienda stessa ce lo ricorda con delle campagne estremamente personalizzate.

.
playlist2016Già lo scorso anno ero rimasta piacevolmente stupita dall’e-mail di fine anno, che conteneva una selezione dei brani più ascoltati nel mondo, in Italia e non solo. Un link ci portava a una pagina web che presentava i dati personali di utilizzo della app, i brani più ascoltati e una playlist con i suggerimenti sugli artisti che possono interessare e piacere in base agli ascolti effettuati. Negli anni ’90 e primi 2000 la scoperta di nuovi musicisti era tutto un passaparola tra amici, compagni di scuola e di università, oppure ci si faceva “istruire” dai Dj dei locali che si frequentavano. Oggi la storia è nota: tutto è a portata di mano, il passaparola avviene attraverso Facebook, tutto è più facile da ottenere e addirittura l’algoritmo ti suggerisce quali artisti ti possono interessare. Differenti tipi di magia.

Alla fine di quest’anno attendevo con molta curiosità l’email di riepilogo. Ho trovato una grafica rinnovata e semplificata, non più il link a un portale dedicato, ma i propri dati ricevuti direttamente nel testo dell’email, estrapolati in un semplice elenco: n° minuti di ascolto, n° complessivo di artisti e brani ascoltati, i primi 3 brani e 5 artisti più ascoltati, i generi del 2016 e il giorno preferito della settimana per ascoltare musica. Immancabile la playlist, che quest’anno, al posto dei suggerimenti, contiene i brani ascoltati di più durante l’anno. Niente di strano… se non che alcuni dati più “curiosi” a livello mondiale sono stati estrapolati ed utilizzati, in forma anonima, in una recentissima campagna pubblicitaria. Un esempio?

Care 3,749 persone che avete ascoltato “It’s the End of the World as We Know It” il giorno del voto per la Brexit, tenete duro.

spotify_brexit_uk

Merita dare un occhio ad altre frasi curiose in questo articolo di Ninja Marketing.

 

I miei auguri per questo 2017

L’articolo su Spotify è una scusa, in realtà mi offre un ottimo spunto per un augurio e un proposito per questo 2017: ci meritiamo tutti un anno ricco di emozioni positive. Niente può aiutare a sollevare l’umore e a ricaricare le energie come la giusta playlist che risuona nell’aria, nella testa e nel cuore.

Riparto con tre bei respiri ammirando la vista dal monte Matajur in questo video a firma Doro Gjat dei Carnicats, la mia canzone più ascoltata, tra 853, nel 2016:

 

Se ti è piaciuto, condividi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *