Palinsesti: l’arte contemporanea si mescola con il passato

Appassionati di arte contemporanea, avete già visitato la 13^ edizione della Rassegna Palinsesti a San Vito al Tagliamento? Una ricca e variegata collezione di opere di artisti nazionali e internazionali è allestita all’interno di luoghi di interesse storico e culturale. Le mostre sono visitabili fino al 13 gennaio 2019 a ingresso gratuito (con un evento speciale il prossimo 22 dicembre).

Un vero e proprio percorso in città! A Rassegna conclusa, potrete ancora ammirare le opere permanenti realizzate per le precedenti edizioni che si trovano negli spazi aperti del centro storico di San Vito al Tagliamento.

Io ho avuto il piacere e l’onore di essere accompagnata da una guida speciale a visitare la ricca e variegata proposta di mostre, Giada Centazzo, che ha curato alcune delle esposizioni.

Tutto comincia in un Castello…

L’allestimento principale si trova all’interno del Castello di San Vito al Tagliamento.
Il percorso è organizzato in una bipersonale dal titolo “Notturni” e include i due progetti espositivi di Silvia Mariotti “Melancholia” e Maria Elisabetta Novello “Atlas”. Entrambe le artiste interpretano, in modo diverso, il tema del rapporto dell’uomo con l’universo, tra incertezze, cambiamenti, scenari oscuri e impronte lasciate dalla vita.
Silvia utilizza neon, stampe, emulsioni fotografiche e oggetti creati ad hoc o recuperati, per creare mistero o inquietudine. Notevole la sensazione che si prova entrando in una stanza al piano terra, dove troviamo statue fotoimpresse e muschio, come se la natura si stesse riappropriando di un luogo abbandonato a causa di chissà quale catastrofe.

Maria Elisabetta esplora tutte le varie possibilità date dalla manipolazione di polvere e cenere. Di particolare fascino la sua videoinstallazione che mostra la danza della polvere attraverso il soffio dell’artista trasmesso da un subwoofer, il video è una registrazione realizzata con una telecamera a circuito chiuso.

 

Polvere e cenere, nate dal fuoco

I progetti di Maria Elisabetta Novello per Palinsesti non si concludono con l’allestimento al Castello. Sua è infatti anche l’opera in esposizione all’interno della Chiesa di Santa Maria dei Battuti. Al centro della navata un grande “universo di polvere” fa da contrappunto visivo al cielo dipinto nel ‘500 da Pomponio Amalteo nella cupola, raffigurante la Storia di Maria.

Ho avuto occasione di assistere anche alla performance “Ciò che resta del fuoco”, scritta e diretta da Maria Elisabetta Novello e realizzata appositamente per questa edizione della Rassegna. Due danzatori della compagnia Arearea si muovono nel buio, lottando e assecondando piccole fiammelle di luce accese per illuminare le tenebre. Un momento intenso e dagli echi ancestrali, da vivere senza poter fotografare… la prossima (e ultima) occasione per assistere a questa danza magica sarà sabato 22 dicembre alle 17.30 al Castello, siateci!

 

Un Essiccatoio in movimento

All’ex Essiccatoio Bozzoli si trova l’opera forse più immersiva. La sensazione è da capogiro: fermi, all’interno di un edificio piuttosto imponente, guardare fuori dalla finestra e vedere tutto scorrere e muoversi come in un viaggio continuo, come essere a bordo di un treno. Non è magia, è la tecnica del videomapping utilizzata da Paolo Comuzzi per la sua installazione “Diario d’impermanenza”. Le finestre sono un elemento ricorrente nella sua produzione e hanno un valore simbolico, non per guardare all’esterno, ma per guardare dentro noi stessi.

All’ex Essiccatoio Bozzoli è poi esposta “Punto fermo”, la collezione permanente che raccoglie 27 anni di arte contemporanea a San Vito al Tagliamento, dalle prime rassegne Hic et Nunc del 1992, all’attuale Palinsesti.

 

Palinsesti ti rende protagonista

Come gli altri luoghi, anche l’esperienza di visita alle Antiche Carceri mescola emozioni date dalle opere contemporanee e dalle tracce del passato. L’edificio è stato costruito nella prima metà dell’800 e i recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce disegni e pitture realizzati sui muri delle celle dai detenuti. Così, tra un’opera contemporanea e l’altra, si sentono ancora vibrare le emozioni di chi agognava una fuga verso terre lontane, magari con l’aiuto di una barca.
Qui si trovano i 3 progetti in gara per il “Premio in Sesto”. Tre artisti sono chiamati a proporre un’idea di opera da realizzare nei prossimi mesi in un luogo specifico individuato dai curatori della Rassegna. Il bello è che sono i visitatori a scegliere quale progetto sarà realizzato, attraverso una regolare votazione.

Quest’anno Alberto Scodro, Nataša Sienčnik e Ulrike Shulze sono stati chiamati a studiare un concept per il giardino interno dell’antico ospedale della Confraternita dei Battuti (le prime testimonianze storiche di questo edificio risalgono al 1369).
Ad aiutare nella scelta, sono esposte anche altre opere dei 3 artisti internazionali, in modo da conoscere meglio i loro stili e la loro poetica. Io ho già votato il mio progetto preferito… e incrocio le dita perché è carico di significato.

 

 

Come concludere il percorso di visita?

Per concludere il percorso a San Vito al Tagliamento… divertitevi a cercare e ammirare le opere realizzate nelle precedenti edizioni! Le potete trovare tra le vie del centro storico e negli spazi verdi della cittadina (Parco Rota, Corte del Castello…).

A me non resta che fare un salto alla Fondazione Ado Furlan di Pordenone, dove si trova la mostra personale della vincitrice dell’edizione 2017 del premio “In Sesto”, l’artista francese Mathilde Caylou. La sua opera “Frozen River” è già posizionata lungo le mura antiche di San Vito al Tagliamento, nei pressi del Parco Rota, una scultura in vetro trasparente che mescola topografia, topologia, geografia e geologia.

Se vuoi vedere qualche altra immagine della Rassegna Palinsesti, puoi ancora trovare il mio racconto nelle Instagram Stories in evidenza “mostre”, sul profilo Instagram @angycat, oppure su quello ufficiale di @palinsesti

 

 

Immagine di copertina:  “I segni di un sogno” del pordenonese Gianni Pignat, opera vincitrice del Premio In Sesto 2012. Il titolo allude al romanzo di esordio di Pier Paolo Pasolini, ambientato proprio nel sanvitese. Citando l’artista «i petali delle ortensie a ridosso del muro» salendo si depositano sulla lastra di metallo, rappresentando un «omaggio ai giovani braccianti senza lavoro» che il mattino del 29 gennaio 1948, «organizzati dal sindacalista Angelo Galante, manifestavano per indurre il conte Rota ad accettare il “Lodo De Gasperi”, che stabiliva rapporti di lavoro più equi tra proprietari terrieri e contadini. L’opera si trova nel parco di Palazzo Rota di San Vito al Tagliamento.

 

Se ti è piaciuto, condividi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *